VALENCIA E SIRACUSA: NEL SEGNO DELL’ARTE DI GHERARDO STARNINA
Oggi parliamo di due terre meravigliose: la Spagna e la Sicilia, ed in modo particolare di due città: Valencia e Siracusa, che dal punto di vista storico e artistico hanno dei legami importanti.
Ogni giorno scopro nuovi punti di connessione e somiglianze culturali tra le nostre bellissime terre.
In questa occasione, insieme al mio caro collega Fausto, guida turistica della Sicilia ed esperto in pittura sacra, facciamo un’analisi sull’influenza del pittore Gherardo Starnina sui pittori valenciani del ‘400, a partire dalla sua opera più importante, custodita a Valencia, per scoprire, poi, come lo stesso autore abbia lasciato la sua impronta artistica anche in Sicilia, e più concretamente a Siracusa.
Cominciamo da Valencia:
Alla fine del 1300 Valencia è una città ricca e possiamo dire… Cosmopolita. La ragione principale di questo straordinario successo è legata alle attività commerciali con i territori catalano-aragonesi (Sardegna, Napoli e Sicilia). A queste si aggiungono altre rotte commerciali, come quella che collegava le repubbliche italiane con il Nord Europa, che non fanno che aumentare questo “boom” economico.
La ricchezza della città si traduce anche in un importante sviluppo artistico: artisti e clienti di tutta Europa, trovano a Valencia un punto di riferimento sia per la produzione di opere, come per l’acquisto. Tra questi, il noto pittore italiano Gherardo Starnina, che vi resta dal 1395 al 1401.
In quest’epoca di grande splendore per Valencia, si producono un gran numero di opere d’arte di grande qualità e troviamo una sorprendente ricchezza di stili e scuole, per via delle collaborazioni tra i pittori locali e quelli stranieri. Ed è proprio con l’arrivo dello Starnina e del gran maestro germanico Marçal de Sas, che questo scambio artistico si arricchisce ulteriormente.
Il fiorentino Starnina lascerà a Valencia uno dei suoi capolavori più importanti, realizzato su richiesta dal fratello di San Vincenzo Ferreri (fra Bonifacio Ferreri) e conservato oggi al Museo di Belle Arti di Valencia. San Vincenzo Ferreri, tra l’altro, è un santo molto conosciuto anche in Sicilia.
In sintesi: Starnina avrà una grande influenza sui nostri pittori locali e, allo stesso tempo, il soggiorno a Valencia e l’incontro con gli artisti valenciani sarà per lui un motivo di arricchimento artistico.
Lascio la parola a Fausto, che ci parlerà dello Starnina a Valencia e dell’opera più importante del suo soggiorno valenciano, e di altre opere che possiamo trovare a Siracusa, in cui è possibile riconoscere la mano del maestro.
Grazie mille Paloma, per questa bellissima opportunità, per me è sempre un privilegio parlare delle nostre due terre.
Tra la Sicilia e la Spagna esiste, infatti, un legame antico e profondo, che affonda le sue radici nella Storia, nell’arte, nel cibo, nella cultura e nelle tradizioni; un filo rosso che attraversa il Mediterraneo e lega la sua isola maggiore con la terra delle grandi famiglie che hanno regnato, per secoli, nel nostro Paese. Era, pertanto, usuale fin dal XV secolo l’affiancarsi di importanti scambi culturali con l’intensa attività commerciale promossa dalle città costiere, tra cui Valencia e Siracusa.
È in questo contesto che bisogna ricercare l’identità, ad oggi ancora sconosciuta, di un gruppetto di artisti o, meglio, di un maestro, che, a cavallo tra il XIV e il XV secolo ha realizzato nella città siciliana delle opere di straordinaria qualità artistica, che, da un’analisi più attenta, rivelano degli elementi in comune con la produzione del pittore fiorentino Gherardo Starnina.
Per comprendere la grandezza di questo artista, considerato uno dei pittori più importanti della corrente gotica internazionale, non è possibile prescindere dalla sua permanenza nella città spagnola. A Valencia, infatti, realizza l’opera più completa ed esteticamente più raffinata della sua produzione artistica: Il Polittico di Fra Bonifacio Ferreri.
Si tratta di un grande retablo largo 2,84 metri e alto 1,91, che presenta nella parte centrale la scena della Crocifissione, che include all’interno di formelle quadrilobe la rappresentazione figurativa dei sette sacramenti. Ai piedi del Cristo si distribuiscono, rispettivamente a sinistra e a destra della composizione, il gruppo delle donne che soccorre la Vergine Maria insieme all’apostolo Giovanni e i soldati romani che assistono indifferenti alla tragica scena. La tavola superiore del polittico ospita invece la scena del Giudizio finale, mentre quelle ai lati la Conversione di San Paolo e il Battesimo di Cristo, sopra le quali trovano posto le figure dell’Arcangelo Gabriele e della Vergine Annunciata, incorniciate da timpani gotici. Ricca di particolari figurati è la predella, questa presenta il committente della pala d’altare e la sua famiglia: a sinistra fra Bonifacio con i suoi figli e a destra la moglie defunta e le figlie. Completano la sequenza figurativa l’immagine dell’Ecce Homo inserito tra la Lapidazione di Santo Stefano e la Decapitazione di San Giovanni Battista.
Dal punto di vista stilistico l’opera di Starnina colpisce per lo spiccato realismo e l’abbondanza dei gesti con cui sono ritratte le figure, nonché per la leggiadria e la raffinatezza della composizione; espressione di un mondo figurativo che è andato componendosi in modo ancora più originale durante il suo soggiorno a Valencia.
Considerando il fermento culturale che investe Siracusa nella prima metà del Quattrocento, la presenza di una comunità di origine valenciana e l’affermarsi di una fiorente bottega di artisti nel capoluogo siciliano, non è difficile immaginare che ci siano stati dei contatti tra l’atelier siracusano e alcuni artisti provenienti da Valencia e che questi abbiano introdotto nella cerchia di artisti locali delle innovazioni stilistiche già presenti nella città spagnola. Le opere siracusane di quel periodo mostrano, infatti, elementi di novità rispetto ai modelli figurativi siciliani del tempo, tra queste occupano una posizione di rilievo il Polittico di San Martino e il Polittico di Santa Maria, conservati rispettivamente presso la Chiesa di San Martino Vescovo e la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo a Siracusa.
L’artefice di questi capolavori, divenuto il protagonista di un’intensa attività produttiva di opere sacre, avrebbe assorbito dalle opere iberiche alcuni caratteri che contraddistinguono la produzione starniniana, come la cromia squillante delle vesti, l’espressività intensa dei personaggi e la fantasia decorativa degli ornati, in parte riconoscibili nelle opere siracusane. Colpisce, in modo particolare la figura dell’anziano vescovo del Polittico di San Martino, raffigurato con la mitria ed il pastorale, mentre offre un libro aperto in direzione della Madonna e del Bambino, collocati nella parte centrale del retablo. Secondo la critica, l’espressione accigliata del vescovo troverebbe un parallelo nella figura di san Pietro della Dormitio Virginis, conservata a Chicago, opera che lo Starnina avrebbe realizzato dopo il suo soggiorno a Valencia.
Lo stesso vale per il Polittico di Santa Maria: non si può non pensare al pittore fiorentino osservando il movimento dei panneggi delle figure rappresentate, esse sembrano rievocare la tunica roteante dell’angelo nella pala valenciana o, ancora, la sequenza dei santi siracusani incorniciati all’interno di archi gotici che richiamano l’impostazione della cornice lignea dello Starnina.
Ma per scoprire altri particolari sull’artista e sulle sue opere non vi resta che seguire Paloma al Museo di Belle Arti di Valencia e visitare la chiesa di San Martino o la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo a Siracusa con me, respirerete tutta l’anima del Mediterraneo e sarete abbagliati dalla bellezza di opere straordinarie, in cui la vivacità cromatica spagnola e l’eleganza figurativa siciliana si incontrano.
Mi chiamo Fausto e sono una guida turistica autorizzata della Regione Sicilia. Vivo a Siracusa, una delle più belle città del Mediterraneo, in cui si intrecciano storia, bellezze naturali e monumenti unici al mondo. Non c’è niente di più bello per me che raccontare la sua storia millenaria ai visitatori, svelando i suoi segreti e la sua bellezza. Se avete voglia di scoprire Siracusa, dal fascino barocco e dall’anima greca, e di passeggiare tra i caratteristici vicoletti del centro storico, l’elegante isola di Ortigia, seguitemi!
Vi suggerirò i miei luoghi preferiti in cui potrete gustare le prelibatezze della cucina tradizionale e assaporare il meglio dello street food siciliano.
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